venerdì 4 maggio 2012

Dalle scatole alle ostriche

Ciaooo!!! Grazie mille per tutti i complimenti che mi arrivano... A voce!!! Commentate, che non vi mangio!!! ;P
Ed oggi, ecco la "tanto attesa" seconda parte!!! A domani!!!

Sono in macchina da due ore. L’aria salmastra sbatte sui finestrini, provocando un forte giro d’aria e un fastidioso rumore di risucchio. Per fortuna, mi ero portata un foulard, o addio cervicale.
Non so nemmeno io perché, ma sto raggiungendo Antonio nella sua casa sul mare. Vogliamo fare un picnic sulla spiaggia, come due buoni amici. Ma ci riuscirò?
E’ impossibile negarlo, sono profondamente attratta da lui. Abbiamo così tante cose in comune, siamo in simbiosi perfetta. Ma non ho avuto ancora il coraggio di chiedergli se è fidanzato. Non ha fede, né foto in ufficio o nel portafogli – ma penso sia normale…
Non sono stata ancora mai fidanzata, è difficile per me poter dire cosa fanno e cosa non fanno i fidanzati. L’amore, come dice Katie Fforde, l’ho conosciuto solo attraverso i libri. E l’ho riscritto a modo mio, tramite racconti di amici, film, libri stessi, coppiette per strada, e tanti, tantissimi giovani che scrivevano le loro storie nei blog. Li ho sempre invidiati… A 24 anni, mi sento una vecchia di 60!
Al rosso, alzo gli occhi al cielo: le nuvole sono cariche di pioggia, brutto segno. Proprio in quel momento, mi squilla il cellulare. Il nome di Antonio lampeggia sul display. Rispondo con l’auricolare.
-  Si?
- Ciao, sono Antonio. Senti, visto che sta per venire un temporale, ti va di stare in casa? Non direi che un picnic fuori sia un’ottima idea. -
- Si si, convengo. A tra poco. –
Spengo l’auricolare, e traggo un sospiro di sollievo, appoggiandomi allo schienale. Ma… UN SECONDO!
Pensieri peccaminosi mi passano per la testa. A casa sua, con Lui… Oddio!
Per poco non vado a finire contro un albero, facendo un’inversione ad U. Troppo tardi, Lui mi ha vista.
Ed adesso?
- Cosa stavi facendo? – mi chiede, aprendomi la portiera.
- Parcheggiavo  – gli rispondo, nel modo più naturale possibile. In realtà, tentavo di scappare, avrei voluto dire, ma… Sai che figura! Già il cuore mi batteva forte ed ero sicuramente avvampata.
- Donne al volante,  pericolo costante! – recita alzando gli occhi al cielo e ridendo. Rido anch’io, anche se in modo più nervoso.
Mi offre un bicchiere di champagne. Non mi sono mai ubriacata, ma c’è sempre una prima volta. Accetto e lo sorseggio lentamente.
Lui intanto mi mostra la casa. E’ una specie di villetta a due piani, con gli interni color legno. Dà un senso di pace infinita… O forse è l’effetto dello champagne. La libreria è come piace a me: enorme, con le scalette per raggiungere i ripiani superiori. Vedo tanti nomi conosciuti: si passa dai classici, come Jane Austen, le sorelle Brontë, Manzoni, Agatha Christie  e Joyce, a cose più moderne e giovani, come Federico Moccia, Stephenie Meyer, J.K. Rowling, Rick Riordan, Mary Higgins Clark, Licia Troisi, eccetera.
-                     E questa è camera da letto – mi dice infine. Sento che gli trema la voce.
I mobili sono sempre in legno scuro, ma non ebano, con enormi librerie – ne ha una persino in bagno! – e tappeti persiani a terra. Ma la cosa che si nota di più è il letto. Enorme, a baldacchino, contornato da pesanti drappi rosso tenue e cuscini. Quasi spaventoso.
- Come ti ho già detto, questa casa era di mia nonna, per cui è arredata in questo modo abbastanza antico. Ma a me non dispiace. –
Dopodiché, mi toglie il bicchiere di mano, fissandomi negli occhi. Il suo blu intenso sembra leggermi dentro. Mi bacia. Non ve lo saprei descrivere, perché ho sentito dire che ogni bacio è diverso dall’altro. Come dicono nei film, vi posso dire che è umido. Ma è piacevole.
O forse, come prima, è l’effetto dello champagne. Ma non credo, stavolta no. Mi ritrovo a rispondere a quel semplice incontro di labbra. Non mi chiedete come: non è come andare in bicicletta, non serve fare esercizio. Tu lo sai. E basta. Strano l’amore, no?
Oddio… Ma è amore? O è solo pura e mera attrazione fisica?
In tutti è due i casi, mi piace.
Antonio tenta di portarmi verso il letto, ma io lo blocco. Riprendendo fiato, mormoro un no secco.
Lui sorride, stranamente. TI HO APPENA RIFIUTATO! SVEGLIA!
- Sono il primo, vero? –
- Perché? Si nota che sono inesperta? – gli chiedo in tono di sfida.
- No. Ma non hai parlato un secondo di uomini passati. Solitamente si parla di certe cose. –
-  Se è per quello, nemmeno tu.-
-  E chi te lo dice che non sono come te? –
Già, chi me lo dice? Se è un sogno, non svegliatemi!

Lo lascio fare. E’ una cosa positiva, che siamo tutti e due inesperti. Nessuno mi può giudicare, come la canzone. 
Comunque, i libri si sbagliavano di grosso. Davano solo un’occhiata veloce al significato dell’amore. E’ qualcosa di molto più profondo ed intenso.  Secondo me, tutte noi scrittrici siamo inesperte.
Meglio così, no?

-  Ti sbrighi? Siamo in ritardo! –
-  Arrivo, arrivo! –
Sono passati cinque anni da quella notte. Io e Antonio facciamo coppia fissa, , i nostri genitori si conoscono, lui ha ottenuto la promozione, abitiamo assieme, e il mio ultimo libro ha fatto il pienone. Splendido, no?
Adesso stiamo andando al ristorante: è il nostro quinto anniversario. Tra tre mesi ci sposeremo, e io non vedo l’ora. Ma adesso viene il difficile.
- Ti sei immaginato mai papà? –
- Si, qualche volta per gioco. E tu? –
- Beh, se consideri che sono incinta, vedi un po’…-
Meglio chiamare il cameriere. L’ostrica gli è andata di traverso. Chissà perché.



P.S.: Ci tengo a precisare che solitamente i racconti mi vengono meglio. Questo l'ho postato per par condicio tra il mio vecchio ed il mio nuovo modo di scrivere. : )

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