Buonasera!!! Dopo una doccia ristoratrice, eccomi per
voi!!! Grazie per tutte le visualizzazioni... <3
Per voi oggi la prima parte di un testo che avevo scritto qualche tempo fa
per un concorso, ma non è stato nemmeno preso (fuori tempo massimo... :P)
Buona lettura!
Uff. Trasloco, che rottura. Scatole ovunque e dovunque; in più operai,
falegnami, piastrellisti, e chi più ne ha, più ne chiami. Mi sembrava fosse più
divertente.
Mi alzo da terra, spolverandomi i jeans. Segno sul block notes l’ultimo
pacco che ho riempito, e… Mi ritrovo tra le braccia di un operaio. Caspita,
stavo per fare una bella caduta!
- G-grazie… - balbetto. Adesso che lo vedo meglio, è MOLTO carino!
- Di niente. S’è fatta male? –
L’accento appena accennato mi sembra sia del sud Italia, non assomiglia a
Marzocca quando interpreta Ariel. E’ muscoloso, ma giusto quello che serve. E
non mi sembra che faccia errori grammaticali… Chissà come s’è ridotto a fare
l’operaio. E che occhi, blu e profondi…
- Signora? E’ con noi? –
- S-si, mi scusi. – Mi allontano da lui, e dal suo profumo dolciastro misto
a quello del sudore.
A dirla così, sembrerebbe un miscuglio spaventoso, ma invece non è male.
Adesso sorride, che bello, ha anche le fossette.
- Che ne dice di andare a prendere qualcosa da bere? Mi sembra scossa.
Eppure, non era una caduta molto pericolosa. Se inciampava sullo scatolone, al
massimo si ritrovava con un livido! –
Che sfacciato! Quasi quasi gliene dico quattro…
- Ok. –
OK??? Ma che mi succede? Questo qui mi fa un’influenza strana… Non è
prudente.
- A proposito, io sono Antonio. E
lei è… -
- Luisa. Venga con me, mi segua. –
- La prego mi dia del tu! – mi
chiede con tono quasi implorante. Io rido.
- Anche tu, però! –
Lo porto in un bar sotto casa, abbastanza appartato e all’aria fresca. La
barista è una mia amica, e mi trascina via in un battibaleno.
- Chi è quello? Vuoi vedere che di nascosto flirti con gli operai? Che
carino… Come si chiama? Età? Compleanno? –
- Si, codice fiscale… Non sto mica flirtando! Sto solo bevendo qualcosa con
un operaio che mi ha presa in tempo prima che cascassi. Tutto qui. Nulla di
che. Ti sei fatta solo un film in testa, Chiara, come al solito. –
- Signorina! – In questo momento, sposerei il vecchietto che sta chiamando
Chiara dal bancone.
- Arrivo! – gli urla lei di rimando. – Mi raccomando… Io e te finiamo dopo.
– E, facendomi l’occhiolino, raggiunge il cliente ondeggiando i suoi riccioli
folti e castani.
- Scusami - dico, tornando a sedermi. – La mia amica Chiara è una grande
impicciona. –
- Figurati.-
Parliamo del più e del meno, degli interessi in comune, del mio lavoro da
scrittrice, della scuola oramai passata.
Scopro che ha solo 25 anni, quindi uno in più di me, e che è laureato, ma
aiuta il padre – un amico della mia famiglia da anni– per guadagnare qualche
spicciolo. Solitamente, in inverno fa il professore di letteratura
all’università.
- Dall’aspetto non si direbbe! – ci scherzo su.
- Tu si, invece: hai l’aria persa ed indaffarata della scrittrice! –
E giù di nuovo a ridere.
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