venerdì 26 luglio 2013

Bologna

Bologna è mille facce di un'unica moneta.  

Bologna ti stupisce, diversa dietro ogni angolo.
A Bologna i negozi aprono verso le 10 e chiudono verso le venti; le pizzerie invece vanno avanti fino all'una di notte ed anche oltre.
A Bologna il lusso è invisibile: se vuoi una boutique o una griffe, devi cercarla. A Bologna stava il grande Lucio Dalla, ma Bologna bisogna viverla, o non si capirà mai perché l'amasse tanto.

Casa di Lucio Dalla in Via D'Azeglio
I Bolognesi, doc e non, sono un misto di studenti e persone eleganti. Non di rado capita di incontrare per strada un ragazzo vestito interamente di pelle a luglio, dietro ad una ragazza coi pantaloni larghi e la collana enorme, dietro ad una signora coi tacchi a spillo Via Maestra e il vestito di Armani, dietro ad un signore che dipinge per strada per tre euro ad opera.
Bologna è Via Indipendenza il venerdì mattina alle otto, tornando dal mercato di piazza Otto Agosto, con l'odore di caffè che esce dai bar, con i negozi ancora chiusi, con le insegne scintillanti carezzate dai primi raggi di sole, con le 
Uno dei murales
saracinesche dei 

negozi, decorate da abili disegnatori con splendidi murales, ancora abbassate, Bologna è quella sensazione che provi alla vista di quelle opere d'arte, quando ti dici "per fortuna era chiuso, altrimenti non l'avrei vista!".
Bologna è alzare lo sguardo, e trovare un semplice blocco di marmo dettato da Carducci in persona, oppure una statua della Vittoria sopra al negozio di moda, o anche la scultura dedicata a Galvani in una piazzola seminascosta.
Bologna è PizzAltero, PizzAmore e tante altre pizzerie, che t'accolgono come fossi un'amica d'infanzia.

Bologna è Piazza Maggiore e Piazza del Nettuno, è la Basilica di 
Me, il gelato... E Via Indipendenza
San Petronio e quella di Santo Stefano. Bologna è la meravigliosa 'chiesa metropolitana' di San Pietro: da fuori, semplicemente tre pannelli di legno tra Via Indipendenza e Piazza del Nettuno, dentro fregi e affreschi degni di Michelangelo.
Bologna è Via Farini girando da Via D'Azeglio: elegante, piena di negozi di valore ma nemmeno più di tanto chic, fino a che non ti trovi davanti Louis Vuitton e Gucci uno accanto all'altro ed in mezzo le porte del paradiso, la 
Galleria Cavour
Galleria Cavour, con Prada, Bulgari, Tiffany & Co. Bologna sono Hermès e Giorgio Armani, 
staccati dagli altri brands, chissà se per distinguersi o per perché nella Galleria non c'era più posto. Bologna è il campanello di Louis Vuitton, o 
lo suoni o non puoi entrare. Ma almeno c'è scritto in tre lingue diverse.
Bologna è Guess ed Eataly tra le pescherie, i fruttivendoli e le vecchie insegne dei negozi. Bologna è Scout davanti al mercato. 
Piazza Maggiore
Bologna è via Zamboni piena d'università.
Bologna è la Coca Cola a quattro euro in Piazza Maggiore, ma anche il caffé a 80 cents vicino a Via Volturno.
Bologna è la Torre degli Asinelli, sette camicie per arrivare in cima, rischiando la pelle sui gradini di legno e ferro mezzi consumati, ma che vista!
Bologna è il signor Osvaldo che t'accoglie quanto arrivi in cima alla Terrazza Panoramica della Basilica di San Petronio. Bologna è la stazione centrale sempre piena e caotica. Bologna è la campagna che t'accoglie verso Budrio.
Vista dalla Torre degli Asinelli
Bologna è questo, e molto altro.
O forse questa è solo la mia Bologna.

Ivy

P.S: Grazie per le quasi 4mila visualizzazioni, per me è questa la vera vittoria!

venerdì 19 luglio 2013

Barcollo ma non mollo!

Good mornin' Guys! Ormai "International is the way" ahah :D Spero stiate bene e, se state male, che i miei raccontini riescano a risollevarvi l'umore.
Dopo la veloce intrusione di Giuly nel mio Blog, torno a scrivere io. Una piccola storiella... La mia. (tanto per cambiare, no? l_^)

 ♫ In sottofondo, sebbene lui non mi faccia impazzire, ci metterei "Non mollare mai" di Gigi d'Alessio 

Certe volte mi sento giù d'umore. Penso: "Ma se c'è crisi, se non troverò lavoro, se la laurea non vale più nulla, che studio a fare? Perché mi massacro sui libri? Perché non rinuncio a questi miei stupidi sogni e non vado all'estero a fare la cameriera? Magari guadagno di più."
Quest'inverno, poi, è stato davvero difficile. Più di una volta ho pensato di mollare. Di andare in un altro liceo, meno impegnativo e grazie al quale avrei trovato lavoro facilmente. Ho pensato che (per citare l'indimenticabile Fornero) fossi stata troppo "Choosy", che mi sarei potuta aprire a lavori più "umili" e meno "cool" rispetto al lavoro di una giornalista o di una scrittrice. Ho pensato anche che il mio blog fosse inutile, che nessuno si ferma veramente a leggerlo, che non scrivo poi così tanto bene, e quando, leggendo un giornale, mi dicevo: "Ma santo cielo! Io a 16 anni sono più brava, questo scrive malissimo" mi sono auto-sgridata dicendomi: "Ma chi credo di essere? La migliore? Sei solo una mocciosa!"

E poi l'altro giorno, in un moto di nostalgia, avevo quasi deciso di tornarmene a casa, perché pensavo: "Qui cosa faccio? Ma chi prendo in giro? A 16 anni pensavo di poter stare senza i miei genitori, di poter fare ciò che fanno le persone a 25, di vivere come un'adulta?"

Ma a Bologna, dopo tutto questo rimuginare, ho capito che non è così. E' vero, c'è crisi, per le aziende, le banche, i negozi, certo. Ma se una persona vuole qualcosa con tutta se stessa, state certi che la otterrà.
Ogni volta che mi succedeva ciò c'era qualcuno che mi risollevava, qualcuno che credeva in me... Che mi diceva che la mia è una grande possibilità, che non mi posso abbattere alla prima difficoltà, e nella mia mente compariva una frase (detta in realtà dai miei compagni quando sono ubriachi, ma che posso adattare alla mia situazione...):

BARCOLLO MA NON MOLLO!

Gente, con la vita c'ho poca esperienza, ma se ho capito una cosa è che bisogna sempre cogliere la palla al balzo... Come m'hanno detto in questi giorni, il treno passa una sola volta! Ed è questa l'esperienza di cui bisogna far tesoro, è questo che ci spedisce avanti come un razzo, verso l'abbattimento della fantomantica crisi! La crisi è nelle menti di noi giovani, che sventoliamo bandiera bianca alla minima difficoltà, che vogliamo avere tutto e subito, che non ci vogliamo rimboccare le maniche e ci appiccichiamo a mamma e papà!
La fatica è il martello, l'obiettivo è come il Muro di Berlino... Noi dobbiamo distruggerlo quel muro!
Quindi, cari miei, ricordatevi di me, pazza piccola sognatrice, quando siete stufi, quando pensate di non arrivare alla fine del vostro cammino, quando credete di aver toccato il fondo, ricordatevi di me, e urlate (magari davanti a un bel bicchiere di Coca-Cola e con qualche amico/a) BARCOLLO MA NON MOLLO! (Non serve essere ubriachi l_^)
Vi voglio bene!
Ivy

P.S: Grazie a Mamma, Papà, Milly & Vittorio, e a tutte le altre persone che mi spronano ad andare avanti... Grazie di cuore!

giovedì 18 luglio 2013

Due settimane (o quasi) a Bologna

Vi piaccio? |_^
Salve piccini! Come ve la passate? Mi presento: sono Giulietta, per me stessa Julia (come la Roberts), per tutti Giuly. Oggi vi vorrei raccontare un po’ di me, dei miei progetti per il futuro e della vacanza che vorrei fare a Cortina tra i Vips (se qualcuno mi ci portasse!) ma, ahimé, sono stata ingaggiata per far altro. Vi devo raccontare cosa sta succedendo nella vita di quelle due scalmanate, in particolare in quella di Silvia… Quella più snob!
Inizia tutto il giorno in cui Silvia giunge a Casoni, in quel di Budrio. Io sono stata portata in mezzo al nulla con lei… Solo qualche ora dopo. Per un normale cane sarebbe stato tutto ok, ma per me… Io sono una cagnetta elegante, non mi rotolo di certo nel fango!
Victoria invece, la seconda ragazza – più wild and free, per intenderci – era già lì da una settimana. Entrambe non erano molto contente di vedermi… Non dovevano amare tanto i cani. Infatti, dormii con Victoria: ma fu tremendo! Non conoscevo bene il posto, così feci i miei bisognini dove capitava… Sul pavimento in cotto. Il mattino dopo non furono molto contenti, perché la mia, ahem, pipì aveva macchiato il pavimento! Mi spiacque davvero vedere il dì dopo Andrea che tentava di smacchiare il pavimento… Invano, perché il cotto s’era intriso di liquidino giallo irrimediabilmente!
E poi mi chiusero in una stanza mentre lavoravano… Accidenti, non sono abituata ad essere trascurata per così tanto tempo! Che venissero a coccolarmi anziché rovinarsi gli occhi davanti a quel coso!

Per fortuna ogni due ore mi facevano fare una passeggiatina… E anche lì però, santo cielo, fatemi andare dove voglio, no? No! “Giuly vai sul prato”, “Giuly non annusare il tubo”, “Giuly cammina”… Dio fulminale, ti prego! E nella pausa pranzo iniziavano a voler giocare… Ma non loro due, le altre! Orde di ragazze che mi chiamavano “Cane Patatoso” e “Giocherellone” e simili e mi torturavano, convinte che mi piacesse! Io sono una signora, anche un po’ avanti con l’età se vogliamo… Non posso stare a giocare come una giovinciuella qualunque!
Nel frattempo, quelle due si trasferirono dal bagno di sopra a quello di sotto – nulla di speciale per Victoria, che aveva solo due cremine, ma per Silvia furono tre viaggi di roba! Anche se le nuove toilettes erano moderne, quindi migliori.
Sopportai pure le visitine ai parenti: la sera accendevano il pc, aprivano Skype, e mi facevao fare “ciao ciao” con la zampa a nonne, mamme, papà, fratelli, cugini, amici etc.
Se per di più osavo abbaiare, beccavo gli insulti “internazionali”: Victoria imprecava in russo, Silvia in italiano, e se le due erano assieme… In inglese!
Anche se qualche scherzetto l'ho fatto pure io: una volta ho fatto finta che la valigia di Silvia fosse la mia cuccia, e mi ci accoccolai... Lei prima mi fece una foto (lo so, sono troppo carina!) e poi... Mi sgridò! Che modi...
Il mio scherzetto ^_^

E così stettero – stemmo! - per una settimana…  Fino a che non decisero di andare a Bologna. M’aspettava una giornata di noia… Invece tornarono subito! Poiché una simpatica ape decise di pungere la cara Victoria, che per di più alle api era allergica! Lei non voleva dottori, Silvia allarmata chiamò la Guardia Medica – che, se vogliamo, non aiutò molto – ed infine Luciana, la signora delle pulizie, salvò la preziosa testolina di Victoria estraendo il pungiglione e disinfettandola con del comunissimo profumo.
Il dì seguente ci riprovarono: e stavolta andarono sul serio a Bologna… Lasciandomi sola, come – ovviamente! – un cane, a ululare contro le formiche ed i muri. Tornarono circa nove ore dopo, con Victoria che se n’era beccata un’altra – a detta di una farmacista, orecchioni! – e Silvia che, grondante di sudore, mi portò finalmente a spasso.

Il lunedì seguente iniziò con il gran tumulto delle precauzioni contro i presunti orecchioni: Silvia e Victoria si sarebbero trasferite in centro a Bologna, così, se effettivamente gli orecchioni ci fossero stati o meno, sarebbero comunque state in città vicino ai negozi (e alla civiltà, aggiunse Silvia ridendo). La differenza tra le due era ben visibile: Victoria aveva solo una borsa di tela blu, Silvia… Una valigia rosa Carpisa, un borsone fuxia, un beauty in coordinato con la valigia, una borsetta Hoy, una borsa di tela del Museo Egizio, una borsa per il lavoro e un succo d’ananas! Dunque, rimase solo un problema…
Io & Silvia in modalità Sbarbine
E IO????
Molto semplice: come se io fossi un pacco, mi rispedirono a casa mia! Inutile dirlo, a questo punto preferivo il praticello dietro al casolare…
Se qualcuno mi volesse, mi contatti per favore!

Adesso vi lascio cari, vediamo se riesco a parlare con una delle due… Una zampata peoples!
Julia… ahem, Giuly

mercoledì 10 luglio 2013

News from Bologna!

Good evening people! Today I'm trying to write something in English, 'cause I stay a month in Budrio (Bo) with my new roommate Victoria! She's Russian, but she's an English teacher. So we speak in English :D
This month I hope I can improve my English and extend my knowledge. I want to learn what exactly a press agency does too. And I want to learn to stay alone, 'cause I have a strong homesickness!!!
These three days I have archived at least 140 old articles in the press portal... It's monotonous, but I'm enjoying it. And my colleagues are all so nice!
Ok, now I'm going to sleep. See you later!
Bye bye!
Yours, Ivy 

(Per chi non capisse l'inglese...)

Buonasera gente! Oggi provo a scrivere qualcosa in inglese, perché starò un mese a Budrio (Bo) assieme alla mia nuova coinquilina Victoria! Lei è russa, ma è un'insegnante di inglese. Quindi parliamo in inglese :D
In questo mese spero di riuscire a migliorare il mio inglese ed estendere le mie conoscenze. Voglio imparare anche cosa esattamente fa un ufficio stampa. E voglio imparare a stare da sola, perché ho un sacco di nostalgia!
In questi tre giorni ho archiviato circa 140 vecchi articoli nel portale stampa... E' un lavoro monotono, ma mi diverte. E i miei colleghi sono tutti così carini!
Ok, ora vado a dormire. Ci vediamo dopo!
Ciao ciao!
Vostra, Ivy

L'ufficio/The office
L'ufficio/The office 2
My current desk/La mia scrivania attuale

lunedì 8 luglio 2013

Bologna here we go!




Buon mattino cari lettori, qui la vostra Ivy carica e sorridente!
Voglio condividere con voi una bella notizia: da oggi, per circa un mesetto, sarò
a fare uno stage (si legge 
alla francese ;D) nell'ufficio stampa dell'agenzia di comunicazione Omnia Relations! Spero di migliorare anche il mio stile di scrittura, per potervi allietare meglio con le mie storielle...
Per ora, vi lascio così, con una notizietta a metà... Ma tornerò presto ^-^
Un bacione! :*
Ivy

lunedì 1 luglio 2013

Le tre pietre del Castello

Buona sera boys & girls! Oggi ho in serbo per voi un raccontino... Fantasy. Voliamo assieme...

Quella sera sembrava una serata tranquilla, fatta come sempre di giochi e allegria. Reddy saltava sul materassone di foglie col fratellino Blune, Pinkie giocava con la spugna di mare e mamma Whithie cucinava involtini di zucca. Forse proprio per questo tutti e quattro saltarono in aria per lo spavento, quando qualcuno bussò alla porticina di legno di cedro, rischiando di farlo crollare.
Whithie posò la zucca e il coltello e intimò il silenzio ai figlioletti. Poi con passo felpato s'avvicinò alla credenza e prese una padella di granito, dunque s'avvicinò allo spioncino di rugiada. Fuori, controluce,  sostava un vecchio. Le rughe avevano solcato il suo viso, le guance incavate denotavano un lungo digiuno. La barba incolta e le unghie ricurve mettevano paura, il mantello nero e lercio ricadeva a terra, trasportando la polvere del selciato sul grazioso tappetino d'erba intrecciata.
"Chi è?" chiese Whithie, la padella pronta a colpire.
"Salve signora Colours, sono McLaudern, il guardiano del faro."
A quelle parole, i bimbi corsero sotto il tavolo. Guardarono imploranti la madre, supplicandola con gli occhi di non aprire il portone.
"Sono solo leggende" mormorò lei al loro indirizzo. Poi girò la chiave e spinse la maniglia, senza però togliere il chiavistello.
"Cosa vuole?"
"Suo marito è sparito da un mese, vero?"
"Si. E allora?"
Il vecchio tirò fuori una busta verde, strappata in più punti ma col sigillo ancora intatto. Whithie tese la mano e la prese con le unghie. Storse il naso quando percepì il tanfo di pesce. Sopra, il suo nome.
"Blacko mi disse di darvela se non fosse tornato entro... Ieri."
"Grazie, signor McLaudern." Fece per chiudere la porta, ma il vecchio, con incredibile forza, spinse la mano contro il legno, facendolo scricchiolare. I bimbi gemettero.
"Signora, la strada dal faro a qui è lunga, e io sono vecchio..." disse sorridendo. I denti, stranamente bianchi, contrastavano col resto.
Whithie chiuse la porta, prese due monete d'argento, la riaprì e gliele porse. L'uomo s'inchinò e scomparve per magia. "Assurdo" mormorò lei.
Whithie si gettò su una sedia, la lettera in mano. I figli le si attorniarono.
"Vediamo cosa c'ha scritto papà..." disse loro con le lacrime agli occhi. Staccò la ceralacca, e la
lettera prese vita. Il foglio si spiegò, le parole iniziarono a vorticare e si risistemarono in aria. La voce del marito risuonò nel piccolo salottino.
"Ciao piccoli, ciao Whithie" esordì. "Sarò sparito da circa un mese quando riceverete questa mia. Si, la leggenda è vera, il signor McLaudern è un vecchio stregone intrappolato nel faro. Non ci andate mai da soli.
"Il signor Graphit, il grande mercante, mi ha preso nella sua ciurma. L'operazione che dobbiamo fare è molto rischiosa, a voi figlioli piacerebbe: dobbiamo sfuggire ai pirati e portare la merce nell'Oceano Di Là. Se i pirati ci prenderanno, dovete fare ciò che c'è scritto qui."

Whithie e Reddy percorsero i portici facendo attenzione a non toccare la luce. Quella era l'ora del coprifuoco, quando la Luna Somma bruciava la pelle. In silenzio sgattaiolarono dentro al Castello Sforso.
Come descritto nella lettera, il portone secondario era scardinato. Spinsero il portone ed entrarono: sopra un cuscino porpora, vi stava una pietra blu che brillava di luce propria. Reddy, tirato fuori un sacco, la prese con delicatezza senza che fosse a contatto con la pelle. Poi mise il sacco nella bisaccia e proseguirono.
La seconda porta s'aprì alla luce della pietra. Dentro, tre cunicoli. I due esploratori presero il cunicolo in mezzo, sbucarono in una grotta e corsero verso l'ombra. La stanza, illuminata dalla Luna, recava al centro la seconda pietra. Si nascosero sotto un mantello, presero la pietra rossa al volo e corsero verso l'imbocco dell'ennesimo tunnel, l'ultimo. La pietra verde galleggiava in aria, sospesa a metri e metri dal suolo. Reddy tirò fuori una scala portatile, l'allungò e, con l'aiuto della madre, la prese. Infine, abbandonarono la scala contro il muro e uscirono dalla finestra, gettandosi su dei sacchi di farina.
Dunque Whithie baciò sulla fronte il figlio e gli bisbigliò all'orecchio una sola parola: "Va'". Gettò addosso a lui la polvere che c'era dentro la busta, e questi sparì. La Luna Somma tramontò.

Reddy si ritrovò su una nave lurida e malmessa. Come aveva detto il papà, s'accucciò in un angolo e aspettò che la sentinella passasse. A quel punto, corse sottocoperta, e strisciando trovò le prigioni.


Gli uomini erano ridotti in uno stato pietoso, boccheggiavano gli uni sugli altri. Ma appena il padre vide Reddy, spinse via il compagno e lo abbracciò. Prese le pietre, ricaricò un talismano al suo collo e si teletrasportò fuori dalla cella; corse verso la sentinella, che stava tornando indietro, e prima che lo picchiasse gli bloccò le braccia e gli parlò in una lingua sconosciuta. L'uomo se ne andò e ne venne uno più nerboruto e minaccioso. Blacko parlò anche a lui, poi gli diede le pietre. L'omaccione aprì uno scrigno e tirò fuori collane d'oro, che porse a Blanko. Dunque liberò tutti i commercianti, stringendo la mano a ognuno e stringendo Reddy al petto. Blanko raggruppò tutti quanti e li teletrasportò di fronte al Castello Sforso.

Whithie lottava contro i soldati. "Lasciatemi!" urlava, graffiando e mordendo.
Il coprifuoco era finito, e le guardie s'erano accorte della mancanza delle pietre. Le numerose impronte non avevano lasciato dubbi sulla ladra: Reddy era al sicuro, non essendo maggiorenne non aveva ancora impronte.
Venne appesa per i polsi e torturata con legni di palma. Lacerarono le vesti e tirarono i capelli. Quando sembrava arrivato il peggio, nella stanza si precipitò nella stanza Blacko.
"Aiutami..." mormorò Whithie, poi svenne. Blacko corse a sostenerla, mentre Reddy pagava le guardie con le collane d'oro.
Liberata Whithie, Blacko parlò alle guardie. Spiegò la situazione coi pirati, e chiese se le pietre erano recuperabili.
"Tra trecento anni" rispose l'anziano capo della sicurezza "le pietre ricresceranno dalla luce della Luna Somma e dall'umidità delle grotte del Castello Sforso. Fino ad allora, il Castello rimarrà al buio, e le guardie non potranno più proteggerlo, o rischieranno di venire risucchiati nell'oblio."
Whithie si sorresse al marito, e zoppicando tornarono a casa. Nonna Yello stava allietando Pinkie e Blune con una storia, che non venne mai finita.

I pirati grazie alle pietre conquistarono i mari d'Oltreoceano. La famiglia Colours, invece, grazie alle due collane d'oro rimaste non dovettero più commerciare nell'Oceano Di Là, ma s'impegnarono ad aiutare il signor McLaudern a gestire il faro, guardando ogni tanto all'orizzonte, per paura di rivedere pirati & co.

Che ne pensate? Abbiamo volato abbastanza in alto? Buonanotte! 
Ivy