lunedì 1 luglio 2013

Le tre pietre del Castello

Buona sera boys & girls! Oggi ho in serbo per voi un raccontino... Fantasy. Voliamo assieme...

Quella sera sembrava una serata tranquilla, fatta come sempre di giochi e allegria. Reddy saltava sul materassone di foglie col fratellino Blune, Pinkie giocava con la spugna di mare e mamma Whithie cucinava involtini di zucca. Forse proprio per questo tutti e quattro saltarono in aria per lo spavento, quando qualcuno bussò alla porticina di legno di cedro, rischiando di farlo crollare.
Whithie posò la zucca e il coltello e intimò il silenzio ai figlioletti. Poi con passo felpato s'avvicinò alla credenza e prese una padella di granito, dunque s'avvicinò allo spioncino di rugiada. Fuori, controluce,  sostava un vecchio. Le rughe avevano solcato il suo viso, le guance incavate denotavano un lungo digiuno. La barba incolta e le unghie ricurve mettevano paura, il mantello nero e lercio ricadeva a terra, trasportando la polvere del selciato sul grazioso tappetino d'erba intrecciata.
"Chi è?" chiese Whithie, la padella pronta a colpire.
"Salve signora Colours, sono McLaudern, il guardiano del faro."
A quelle parole, i bimbi corsero sotto il tavolo. Guardarono imploranti la madre, supplicandola con gli occhi di non aprire il portone.
"Sono solo leggende" mormorò lei al loro indirizzo. Poi girò la chiave e spinse la maniglia, senza però togliere il chiavistello.
"Cosa vuole?"
"Suo marito è sparito da un mese, vero?"
"Si. E allora?"
Il vecchio tirò fuori una busta verde, strappata in più punti ma col sigillo ancora intatto. Whithie tese la mano e la prese con le unghie. Storse il naso quando percepì il tanfo di pesce. Sopra, il suo nome.
"Blacko mi disse di darvela se non fosse tornato entro... Ieri."
"Grazie, signor McLaudern." Fece per chiudere la porta, ma il vecchio, con incredibile forza, spinse la mano contro il legno, facendolo scricchiolare. I bimbi gemettero.
"Signora, la strada dal faro a qui è lunga, e io sono vecchio..." disse sorridendo. I denti, stranamente bianchi, contrastavano col resto.
Whithie chiuse la porta, prese due monete d'argento, la riaprì e gliele porse. L'uomo s'inchinò e scomparve per magia. "Assurdo" mormorò lei.
Whithie si gettò su una sedia, la lettera in mano. I figli le si attorniarono.
"Vediamo cosa c'ha scritto papà..." disse loro con le lacrime agli occhi. Staccò la ceralacca, e la
lettera prese vita. Il foglio si spiegò, le parole iniziarono a vorticare e si risistemarono in aria. La voce del marito risuonò nel piccolo salottino.
"Ciao piccoli, ciao Whithie" esordì. "Sarò sparito da circa un mese quando riceverete questa mia. Si, la leggenda è vera, il signor McLaudern è un vecchio stregone intrappolato nel faro. Non ci andate mai da soli.
"Il signor Graphit, il grande mercante, mi ha preso nella sua ciurma. L'operazione che dobbiamo fare è molto rischiosa, a voi figlioli piacerebbe: dobbiamo sfuggire ai pirati e portare la merce nell'Oceano Di Là. Se i pirati ci prenderanno, dovete fare ciò che c'è scritto qui."

Whithie e Reddy percorsero i portici facendo attenzione a non toccare la luce. Quella era l'ora del coprifuoco, quando la Luna Somma bruciava la pelle. In silenzio sgattaiolarono dentro al Castello Sforso.
Come descritto nella lettera, il portone secondario era scardinato. Spinsero il portone ed entrarono: sopra un cuscino porpora, vi stava una pietra blu che brillava di luce propria. Reddy, tirato fuori un sacco, la prese con delicatezza senza che fosse a contatto con la pelle. Poi mise il sacco nella bisaccia e proseguirono.
La seconda porta s'aprì alla luce della pietra. Dentro, tre cunicoli. I due esploratori presero il cunicolo in mezzo, sbucarono in una grotta e corsero verso l'ombra. La stanza, illuminata dalla Luna, recava al centro la seconda pietra. Si nascosero sotto un mantello, presero la pietra rossa al volo e corsero verso l'imbocco dell'ennesimo tunnel, l'ultimo. La pietra verde galleggiava in aria, sospesa a metri e metri dal suolo. Reddy tirò fuori una scala portatile, l'allungò e, con l'aiuto della madre, la prese. Infine, abbandonarono la scala contro il muro e uscirono dalla finestra, gettandosi su dei sacchi di farina.
Dunque Whithie baciò sulla fronte il figlio e gli bisbigliò all'orecchio una sola parola: "Va'". Gettò addosso a lui la polvere che c'era dentro la busta, e questi sparì. La Luna Somma tramontò.

Reddy si ritrovò su una nave lurida e malmessa. Come aveva detto il papà, s'accucciò in un angolo e aspettò che la sentinella passasse. A quel punto, corse sottocoperta, e strisciando trovò le prigioni.


Gli uomini erano ridotti in uno stato pietoso, boccheggiavano gli uni sugli altri. Ma appena il padre vide Reddy, spinse via il compagno e lo abbracciò. Prese le pietre, ricaricò un talismano al suo collo e si teletrasportò fuori dalla cella; corse verso la sentinella, che stava tornando indietro, e prima che lo picchiasse gli bloccò le braccia e gli parlò in una lingua sconosciuta. L'uomo se ne andò e ne venne uno più nerboruto e minaccioso. Blacko parlò anche a lui, poi gli diede le pietre. L'omaccione aprì uno scrigno e tirò fuori collane d'oro, che porse a Blanko. Dunque liberò tutti i commercianti, stringendo la mano a ognuno e stringendo Reddy al petto. Blanko raggruppò tutti quanti e li teletrasportò di fronte al Castello Sforso.

Whithie lottava contro i soldati. "Lasciatemi!" urlava, graffiando e mordendo.
Il coprifuoco era finito, e le guardie s'erano accorte della mancanza delle pietre. Le numerose impronte non avevano lasciato dubbi sulla ladra: Reddy era al sicuro, non essendo maggiorenne non aveva ancora impronte.
Venne appesa per i polsi e torturata con legni di palma. Lacerarono le vesti e tirarono i capelli. Quando sembrava arrivato il peggio, nella stanza si precipitò nella stanza Blacko.
"Aiutami..." mormorò Whithie, poi svenne. Blacko corse a sostenerla, mentre Reddy pagava le guardie con le collane d'oro.
Liberata Whithie, Blacko parlò alle guardie. Spiegò la situazione coi pirati, e chiese se le pietre erano recuperabili.
"Tra trecento anni" rispose l'anziano capo della sicurezza "le pietre ricresceranno dalla luce della Luna Somma e dall'umidità delle grotte del Castello Sforso. Fino ad allora, il Castello rimarrà al buio, e le guardie non potranno più proteggerlo, o rischieranno di venire risucchiati nell'oblio."
Whithie si sorresse al marito, e zoppicando tornarono a casa. Nonna Yello stava allietando Pinkie e Blune con una storia, che non venne mai finita.

I pirati grazie alle pietre conquistarono i mari d'Oltreoceano. La famiglia Colours, invece, grazie alle due collane d'oro rimaste non dovettero più commerciare nell'Oceano Di Là, ma s'impegnarono ad aiutare il signor McLaudern a gestire il faro, guardando ogni tanto all'orizzonte, per paura di rivedere pirati & co.

Che ne pensate? Abbiamo volato abbastanza in alto? Buonanotte! 
Ivy

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