domenica 16 marzo 2014

Le scarpe fluo

Buonasera siori e siore! 
Spero abbiate voglia di ridere perché io ne avevo parecchia... e allora Divertiamoci!

Christianne stava navigando su Hoopps.it come tutte le sere. Cercava un paio di scarpe perfette per la serata del giorno seguente, un paio di scarpe che sarebbero rimaste nella storia. Dovevano rimanere: l'indomani ci sarebbe stata la premiazione per le scarpe dell'anno, ed era riuscita ad aggiudicarsi tre premi di seguito. Un altro e sarebbe rimasta nella storia.
Mangiucchiandosi le unghie abbassava il dito sul touchpad, distesa sulla pancia, i piedini curati che andavano a destra e a sinistra. Improvvisamente lanciò un urletto degno dell'arrivo del fattorino di Zalando.
- Che è successo? Christianne stai bene? - Adèle, la sua coinquilina, corse trafelata nella camera dell'amica.
- Adèle le ho trovate! Sono perfette! -
Ormai rassegnata alla natura particolarmente espansiva di Christianne, Adèle si sedette accanto a lei sul copriletto rosso fuoco. - Fammi vedere... -
- Dimmi, non sono un ammmore? - Pose parecchia enfasi sulle emme, per sottolinearne il livello amoroso.
- Mmm, beh, di certo non passeranno inosservate. -
Le scarpe in questione erano un paio di décolleté giallo fluo, brillanti anche al buio. La marca si vantava di dare in dotazione persino la scatolo Glow in the dark. 
Anche il prezzo, incredibilmente alto, prometteva di essere visibile anche al buio.
- Christianne - le fece notare Adèle, - tu non hai tutti questi soldi! -
- Ho già scritto una mail alla Hoopps... Ho diritto ad un mutuo! -
Adèle scosse la testa, andandosene.

La mattina del giorno dopo qualcuno suonò alla porta.
- Vado io! - urlò Christianne. Dalla stanza adiacente nessuna risposta, dopo una notte passata a lavorare Adèle se la prendeva comoda.
Christianne si guardò allo specchio con un gemito. Stava schiacciandosi un po' di brufoli, e il cerchiello che le teneva indietro i capelli faceva perfettamente pendant con la maglietta sformata extralarge. 
Troppo tardi per rimediare.
Aprì la porta con una faccia da funerale, che si tramutò in un sorriso sfavillante appena visto il visitatore inaspettato.
Il fattorino della Hoopps.it era l'ideale divinità greca di Christianne. Alto, bruno, occhi chiari, fisico scolpito, sorriso migliore di Channing Tatum - che considerava il non plus ultra. Si tolse rapidamente il cerchiello e si ravvivò la frangia. 
- Salve! Sarà stanco, vuole un caffè? Entri pure! -
- Veramente, signorina... - lesse la targhetta sul campanello. - Hompton... -
- No, io sono Cullighan, Hompton è la mia coinquilina. -
- Mi scusi... -
- Nessun problema. -
- Dicevo, signorina Cullighan, che sfortunatamente ho molto lavoro da fare, e mi trovo costretto a declinare l'invito. Ora, se può fare una firma qui... -
Per la prima volta in vita sua, Christianne firmò col suo nome completo - due nomi e tre cognomi, senza staccare mai gli occhi dal giovane, ora visibilmente a disagio.
- Ecco a lei. Scusi, è fidanzato? -
Lui arrossì. - No... -
- Bene, mi darebbe il suo numero? - "Se ci fosse Adèle mi ucciderebbe", pensò.
- Ahem... È sulla... È sulla scatola... Sa, in caso la merce vada sostituita... -
- Bene, allora un giorno di questi la chiamo per un caffè! Buona serata! -
E gli chiuse la porta in faccia.

La sera, Christianne, intenta a spolverare di borotalco il tubino nero per entrarci, non era riuscita a dimenticare il bel fustacchione della Hoopps, tanto che mise troppa polvere bianca e dovette toglierla col cucchiaino.
Mise un cinturone giallo fluo attorno alla vita e grandi orecchini dello stesso colore, una fascia nera sui capelli e brillantini sulle ciglia. Mancavano solo le scarpe.
Che non ricordava dove fossero.
Imprecando, abbassò la serranda, attenta a non rompersi le unghie impeccabili. Spense la luce e si girò verso la montagna di roba sul pavimento della camera.
Adèle la raggiunse e accese la luce. - Che stai facendo? -
- Spegni! - ringhiò lei, inginocchiata sul pavimento, circondata da vestiti di ogni sorta e scatole simili. - Sto cercando le scarpe! -
Adèle alzò gli occhi al cielo. - Nemmeno quando è l'unica cosa illuminata nella stanza trovi ciò che cerchi! Genio, sono sulla sedia. -
Christianne si girò verso l'altra parte della stanza. - Ah, giusto. Grazie. -
S'alzò e prese la scatola tra le mani. Davanti a lei troneggiava il numero del ragazzo. - Sai che ti dico? Io lo chiamo. -

Gordon entrò nel locale sovraffollato senza sapere nemmeno perché fosse lì. La ragazza stramba di quella mattina l'aveva chiamato e lui era andato. Il perché rimaneva un mistero anche per lui.
O almeno tale rimase fino a che la ragazza stramba non comparve davanti ai suoi occhi sotto forma di cigno. 
Le scarpe fluo la facevano risaltare su tutti, ma si sarebbe notata comunque. 
- Ciao! Non mi sono nemmeno presentata, non ufficialmente almeno. Sono Christianne. -
- Gordon. - Si strinsero la mano. - Come mai qui? -
- Per la gara di "MisScarpa"... Sono campionessa in carica, e vorrei continuare a rimanere tale! -
- A proposito... Quelle scarpe, io... -
Proprio in quel momento l'altoparlante gracchiò. - Christianne salga sul palco! -
- Oh, devo andare! Torno subito, fammi l'in bocca al lupo! -
Gordon la trattenne per un braccio. - Aspetta, Christianne... Io... -
Lei s'alzò sulle punte e lo baciò. - Anche tu mi piaci tanto. -
E lo lasciò come un pesce rosso.

Christianne salì sul palco, convinta di avere la vittoria in tasca. Tutti avevano apprezzato le sue scarpe, e aveva anche ricevuto un bacio da quel gran pezzo di figo di George. O si chiamava Garth? Boh.
- Allora signori e signore, c'è stato un ex-aequo! - 
Il mondo si fermò. Si congelò. Si sgretolò.
- Eh sì! Perché la nostra Chris quest'anno ha comprato, per sfiga o per caso, le stesse scarpe di un'altra ragazza! Un applauso per... -
Lì, dopo aver fulminato con lo sguardo il povero Gulliver, che si sbracciava per stile che aveva consegnato due paia di scarpe uguali quel mattino, Christianne svenne.

I due non si rividero mai più. Ma Christianne portò sempre un tirapugni nella borsetta, in caso l'avesse rivisto.
Povero Gordon! Commenti? Buonanotte!
Ivy :*

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