martedì 7 giugno 2016

Last Day Ever


Ciao caro vecchio Prati,

Ho voglia di parlare con te. Sai che sono una persona egocentrica e menefreghista, quindi non m'importa cosa avranno da ridire gli altri: io ti scrivo.
Cinque anni fa ho varcato questa tua porta convinta della mia scelta. Non ho nemmeno guardato gli altri posti: hai subito avuto qualcosa che m'ha attirato come una calamita, che mi ha fatto dire "qui è dove voglio stare".
E caspita, me ne sono pentita più volte! A partire dal primo 4, che è stata una coltellata in pancia dopo i voti alti delle medie; passando alle tante verifiche con "troppa roba da studiare!", approdando a quelle versioni che ancora oggi proprio non capisco.

Ma credo che questo sia il più grande insegnamento che tu mi abbia donato: mi hai richiesto sempre il meglio, cosicché anche quando non sono riuscita a dartelo, sono stata comunque eccellente.
Se mi guardo alle spalle, vedo una persona totalmente diversa da quella che sono ora. Sono entrata da precisina, meticolosa, sempre elegante (o quasi), logorroica ma sulle mie, presuntuosa da far schifo. Ora ne esco maturata (non ancora scolasticamente, ma just details), con un occhio di riguardo ai bisogni altrui e le Converse ai piedi. Ma ancora presuntuosa. Ovviamente. 
Mi hai insegnato a rendermi ridicola ed a mettermi in gioco, perché la vita è una sola, e del doman non v'è certezza quindi carpe diem. Mi hai insegnato che si può essere i migliori anche senza dimostrarlo, e che viceversa coloro che lo dimostrano forse non lo sono così tanto. Mi hai insegnato che ci sarà sempre qualcuno che tenterà di buttarmi giù, ma io sto coi piedi per terra e non mi arrendo, e che uno su mille ce la fa, ma se quell'uno si gira può aiutarne altri cento. Mi hai insegnato che ancora non so spiegarti il mio metodo di studio, ma l'ho acquisito giuro!, e che anche se credo di non sapere un tubo sono in grado di parlarti di un argomento per 10 minuti. Mi hai insegnato a dubitare anche di me stessa, che le tautologie non sono spiegazioni, che la cultura non è solo umanistica ma è anche scientifica, che "siamo un liceo classico!" ma non sembra. Mi hai insegnato che anche quando il momento sembra insuperabile basta guardare avanti e tutto diventa più semplice, e mi hai insegnato che anche quando non penseresti mai di riuscirci ce la farai. Sembra banale, ma mi hai anche insegnato i valori dell'amicizia, dell'amore, del rispetto, e per questo ringrazio tutte le persone che hai accolto nella tua grande famiglia. Ed uso volutamente questo termine, perché i parenti sono serpenti e non sempre si riescono ad amare.
Oggi, scendere quelle scale correndo con in mano un pacco di farina è stato catartico, così come lo è stato imprecare un'ultima volta contro il tuo schifoso sistema per entrare in Internet, contro quelle scale che non finiscono mai, contro la fila ai bagni delle ragazze, contro le vetrine dell'anno vattelapesca, contro i banchi e le sedie, contro le porte che non si chiudono se non le sbatti. Non sono riuscita a piangere, probabilmente stasera crollerò, ma ho sentito che era giusto così. 
Vai, Prati, vai ad educare altri ragazzi alla vita. Tormentali, prosciugali, e poi masticali e risputali. Ma voglio vedere quanti non ne usciranno migliorati.
Grazie.
Silvia

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