martedì 2 agosto 2016

#GMG16

Ciao mondo!
Se vi può interessare, ecco il link del mio ultimo articolo su La Voce Del Trentino, dedicato alla mia esperienza a Cracovia per la GMG 2016:

http://www.lavocedeltrentino.it/2016/08/02/portiamo-la-pace-nel-mondo-gmg16-krakow-viaggio-ti-cambia-la-vita/
Lo pubblico anche qui.
Spero vi piaccia! Un bacione! 



Ivy

Prima di partire, mi avevano detto che l’esperienza della Giornata mondiale della gioventù (GMG) cambia la vita.
All’inizio non ci avevo creduto. Solitamente funziona come quando dicono che un film è commovente, ma tu ti addormenti davanti alla tv: è una cosa soggettiva.
Tuttavia partecipare, ridere, urlare, cantare, ma soprattutto pregare, mi ha fatto ricredere.
La delegazione trentina è partita il 24 agosto, una serata come tutte le altre, eccezion fatta per la stupenda Messa presieduta dal Vescovo Lauro.
Già in quel momento iniziavo a pentirmi della scelta fatta: al contrario di tante persone lì presenti, conoscevo pochi ragazzi, mi sentivo sola. Pensavo: chi mi ha spinto a fare un’esperienza simile? Perché andare in un posto lontano, con una lingua, una cultura ed una moneta sconosciute, stando scomodi? Dio non mi ascolta anche da casa?
Ci sono voluti due o tre giorni, ma ho capito perché sono andata a Cracovia.
Innanzitutto, perché si respirava misericordia: su ogni volto si poteva leggere un sorriso, ad ogni angolo si incontrava una mano tesa per battere il cinque, in ogni bandiera un sentore di globalità, in ogni sbadiglio, stiracchiamento, piegamento, una stanchezza comune mista a voglia di andare avanti.
Paradossalmente, un evento tanto multiculturale è stato occasione di patriottismo. Si vedevano bandiere tricolori ovunque, ed appena se ne avvistava una, un urlo risuonava tra le strade: “ITALIANO BATTI LE MANI!” ed un sonoro clap scaturiva dal cozzare dei palmi.
Qualcuno ha scambiato la propria bandiera per quella di un’altra nazione; molti altri, come me, hanno preferito farla firmare al proprio gruppo, ricordo di amicizie nuove sbocciate a km di distanza dalle proprie case, ma destinate a continuare anche in Italia.
Tanti cori “da stadio” e tante canzoni dedicate a Dio venivano intonate in massa, qualche volta partite semplicemente dal borbottio di qualcuno e tramutate in giubilo verso il cielo. Spesso non si conoscevano le parole, e quindi si aspettava che la strofa venisse ripetuta due, tre volte per iniziare a cantare tutti assieme.
Ogni tanto si interrompeva perché ci si doveva spostare per far passare ambulanze, vigili del fuoco e polizia. Da una parte ci si sentiva protetti, dall’altra un brivido scorreva lungo la schiena, e magari si rivolgeva nel proprio intimo una preghiera silenziosa, per poi tornare a cantare.
Ciò che ho preferito sono state di certo le Messe. Cracovia non è stata molto clemente col tempo – non di rado abbiamo tirato fuori le ventine gialle, rosse e blu del Kit Internazionale per proteggerci dalla pioggia! -, però ad ogni Messa e ad ogni momento di preghiera o riflessione all’aperto, il cielo si placava. Durante la Messa di apertura a Campo Blonia, al momento dello scambio del gesto di pace, è persino uscito un raggio di sole.
E che Pace! Come mi è piaciuto ribadire sempre, abbiamo sul serio portato la Pace nel Mondo! Ognuno la dava a modo suo: moltissimi si abbracciavano e si baciavano, un gesto stupendo rispetto alla nostra “fredda” stretta di mano. Alcuni si limitavano alla parola “Pace”, altri usavano formule del tipo “La Pace sia con Te”, ognuno nella propria lingua o in inglese.
Le Messe si potevano ascoltare nella propria lingua grazie alle radio. È stato buffo, a Campus Misericordia e, ascoltare la Messa di Papa Francesco: la frequenza in italiano prendeva solo sollevando il braccio al cielo! Non pochi si sono ingegnati per far meno fatica, attaccando lo smartphone ad ombrelli, bandiere, bastoni, persino stampelle.
Malgrado ciò le parole del Papa ci hanno scaldato i cuori, e durante la Veglia, circondati da quasi due milioni di candele, si poteva sentire il calore della preghiera. Un’esperienza di fede unica ed irripetibile, seguita da una notte insolitamente serena sotto le stelle.
Durante la settimana numerosi eventi hanno animato la GMG: i ragazzi del Trentino hanno seguito in particolare per tre mattine la catechesi, colma di parole che sono entrate nel profondo della mente e dell’anima e che molti di noi hanno scritto sul proprio Diario, con la collaborazione del Vescovo di Palermo mons. Corrado Lorefice, del Vescovo di Cerignola – Ascoli Satriano mons. Luigi Renna e di Fra Andrea Cova.
Quest’ultimo nella giornata di mercoledì ci ha illustrato i mosaici del Santuario di San Giovanni Paolo II, che poi siamo andati a visitare prima della Festa degli Italiani: il Santuario è un luogo magico, dal quale traspare la Misericordia grazie ai giochi di luce dati dai mosaici dorati.
Inoltre vi è esposta la tunica dell’attentato fatto a Papa Wojtyla nel 1981 da Mehmet Ali Agca: vederla e pensare che è sopravvissuto porta a credere immediatamente che è stato un miracolo.
Anche il momento delle confessioni è stato particolarmente sentito, perché lì è stato tangibile il perdono di Dio tante volte invocato dai preti e dal Papa.
Si può di certo dire che non siamo stati giovani da sofà, né pensionati prima del tempo, ma anzi siamo state ottime sentinelle del mattino!
Ciò che mi sento di dire, alla fine di questo viaggio, è che sì, la GMG ti cambia la vita.
Guardi il mondo con occhi diversi. Impari a vivere con più tolleranza ed un sorriso stampato sul viso, a collaborare per stare meglio assieme, ad avere pazienza se le file sono eterne e magari alla fine non si vede (o non si mangia!) niente, a camminare per ore ed ore perché i mezzi sono pieni, ma comunque a ringraziare i volontari e le forze armate che ti permettono di passare di lì senza farti del male. Insegna ad accettare ciò che viene, a chiudere gli occhi e pensare che si è fortunati anche in quel momento, ad apprezzare il silenzio anche se si ama il caos, ed a stare in silenzio se qualcuno ne ha bisogno. Si comprende la forza di una domanda, e che nessuna è veramente stupida quindi tanto vale porla, magari la risposta sorprenderà.
Si nota quanto sono forti le parole e fa capire la distanza, e quanto le persone a casa possono stare in pensiero. E se si è insieme, anche se il cibo non va giù o la musica non è spettacolare, ci si può divertire comunque.
Infine, qualche parola per la ragazza romana venuta a mancare ieri, di ritorno dalla GMG. Mi sento in dovere di mandare un abbraccio ai genitori per questa indescrivibile perdita. Credo che Dio abbia saputo perché lei e perché ora: nel mentre, preghiamo tutti assieme.
E per tutto, Grazie Gesù.


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